Sudan verso le prime elezioni multipartitiche dal 1984, ma è boicottaggio
Manifesti elettorali al mercato arabo di Kartoum (AP Photo/Nasser Nasser)
In Sudan si avvicina il momento della prima consultazione elettorale multipartitica dal 1986: sono in programma, infatti, dall’11 al 13 aprile, elezioni presidenziali, legislative e regionali, nella maggior parte degli Stati del Nord del Paese.
Non si profilano, però, elezioni democratiche e trasparenti. La missione di osservatori UE dispiegata in Darfur (ovest del Sudan) per monitorare le elezioni ha infatti lasciato la regione vista “l’impossibilità” di svolgere il proprio lavoro in un clima di guerra civile. La missione Ue, con 130 osservatori, è la più importante nel Paese, in cui sono presenti anche responsabili della Fondazione Carter, dell’Unione africana e della Lega Araba.
Inoltre, il Movimento popolare di liberazione del Sudan (Splm, il più importante partito del Sud Sudan formato dagli ex ribelli sudisti) ha annunciato, infatti, che boicotterà il voto. La settimana scorsa l’Splm aveva già ritirato il proprio candidato alle presidenziali e aveva annunciato il boicottaggio di tutte le consultazioni elettorali nel Darfur, regione del Sudan occidentale da anni devastata dalla guerra civile. Il segretario generale del Partito, Pagan Amum, ha poi reso nota - il 6 aprile, a Khartoum - la decisione di estendere il boicottaggio al Nord (15 stati), con la sola esclusione di due stati di confine, il Blu Nile e il Sud Kordofan. Già la settimana scorsa Amum aveva accusato il presidente Omar Hassan el Bashir e i suoi sostenitori di aver organizzato brogli per falsificare l’esito delle consultazioni.
Un supporter del partito di opposizione SPLM (AP Photo/Nasser Nasser)
Oltre all’Splm, nei giorni scorsi altre formazioni hanno denunciato brogli e ritirato i loro condidati. Ad oggi, sno tre i partiti sudanesi che non parteciperanno alle elezioni per profondi disaccordi con il presidente uscente Omar al Bashir e per totale sfiducia nella commissione elettorale: lo Umma, lo Umma Riforma e Rinnovamento e il Partito comunista. Il Partito unionista democratico, nonostante sembrasse orientato al boicottaggio, ha invece deciso di partecipare. (ANSA)
Traduzione da Italiano verso Inglese
Manifesti elettorali al mercato arabo di Kartoum (AP Photo/Nasser Nasser)
In Sudan si avvicina il momento della prima consultazione elettorale multipartitica dal 1986: sono in programma, infatti, dall’11 al 13 aprile, elezioni presidenziali, legislative e regionali, nella maggior parte degli Stati del Nord del Paese.
Non si profilano, però, elezioni democratiche e trasparenti. La missione di osservatori UE dispiegata in Darfur (ovest del Sudan) per monitorare le elezioni ha infatti lasciato la regione vista “l’impossibilità” di svolgere il proprio lavoro in un clima di guerra civile. La missione Ue, con 130 osservatori, è la più importante nel Paese, in cui sono presenti anche responsabili della Fondazione Carter, dell’Unione africana e della Lega Araba.
Inoltre, il Movimento popolare di liberazione del Sudan (Splm, il più importante partito del Sud Sudan formato dagli ex ribelli sudisti) ha annunciato, infatti, che boicotterà il voto. La settimana scorsa l’Splm aveva già ritirato il proprio candidato alle presidenziali e aveva annunciato il boicottaggio di tutte le consultazioni elettorali nel Darfur, regione del Sudan occidentale da anni devastata dalla guerra civile. Il segretario generale del Partito, Pagan Amum, ha poi reso nota - il 6 aprile, a Khartoum - la decisione di estendere il boicottaggio al Nord (15 stati), con la sola esclusione di due stati di confine, il Blu Nile e il Sud Kordofan. Già la settimana scorsa Amum aveva accusato il presidente Omar Hassan el Bashir e i suoi sostenitori di aver organizzato brogli per falsificare l’esito delle consultazioni.
Un supporter del partito di opposizione SPLM (AP Photo/Nasser Nasser)
Oltre all’Splm, nei giorni scorsi altre formazioni hanno denunciato brogli e ritirato i loro condidati. Ad oggi, sno tre i partiti sudanesi che non parteciperanno alle elezioni per profondi disaccordi con il presidente uscente Omar al Bashir e per totale sfiducia nella commissione elettorale: lo Umma, lo Umma Riforma e Rinnovamento e il Partito comunista. Il Partito unionista democratico, nonostante sembrasse orientato al boicottaggio, ha invece deciso di partecipare. (ANSA)
Traduzione da Italiano verso Inglese
Visualizza caratteri romaniSudan to the first multiparty elections since 1984, but boycott Campaign posters to the Arab market of Khartoum (AP Photo / Nasser Nasser) In Sudan we approach the time of the first multiparty elections since 1986 are planned, in fact, 11 to April 13, presidential elections, parliamentary and regional, in most northern states of the country. Not arise, however, democratic and transparent elections. The EU observer mission deployed in Darfur (western Sudan) to monitor the elections has left the region, seen "impossible" to do their work in a climate of civil war. The EU mission, with 130 observers, is the largest in the country, which are also responsible for the Carter Foundation, the African Union and Arab League. Moreover, the Sudan People's Liberation Movement (SPLM, the largest party formed by former southern Sudan rebels Southerners) announced, in fact, boycott the vote. Last week, the SPLM had withdrawn its candidate for president and announced the boycott of all elections in the Darfur region of western Sudan ravaged by civil war for years. The Secretary General of the Party, Pagan Amum, then announced - April 6, in Khartoum - the decision to extend the boycott to the North (15 states), with the exception of two states border the Blue Nile and South Kordofan. Already last week Amum had accused President Omar Hassan el Bashir and his supporters have organized fraud for falsifying the outcome of consultations. A supporter of the opposition party SPLM (AP Photo / Nasser Nasser) Apart from the SPLM, other configurations in recent days have reported fraud and withdrew their condidati. To date, sno three Sudanese parties not participating in elections to deep disagreements with the outgoing president Omar al Bashir and total distrust in the electoral commission: the Umma, the Umma Reform and Renewal and the Communist Party. The Democratic Unionist Party, despite the boycott seemed oriented, has instead decided to participate. (ANSA)
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